PONTE DI SAN FRANCESCO A BOLZANETO (GE)

Recentemente sono terminati i lavori del ponte di San Francesco a Bolzaneto. Abbiamo iniziato a lavorarci agli inizi degli anni 2000, dopo aver vinto, con gli amici genovesi (Antonio Chirico, Giorgio Mozzo, Mario Servetto, ecc) la gara per la progettazione della sistemazione delle aree attorno alla ferrovia.

Il ponte di S. Francesco è stato costruito nella seconda metà dell’ottocento, quando, per la realizzazione della ferrovia, è stata tagliata l’ansa del Polcevera che girava attorno al Convento di San Francesco. 

Il raddrizzamento del corso ha liberato il vecchio alveo che è stato utilizzato per la costruzione dell’espansione urbana legata allo sviluppo industriale.

Le visuali dello spazio pubblico di Bolzaneto sono tutte interne ed a quota più bassa del rilevato ferroviario che la delimita. La soppressione del passaggio a livello ha consentito di rendere il ponte pedonale e noi abbiamo pensato di farlo diventare un punto affaccio sul paesaggio che non si trova nella Bolzaneto più recente e neppure nelle parti più vecchie chiuse dalla ferrovia e dal grande edificio dell’ex Vitaldado.

Il progetto per il ponte è cambiato nel tempo, dalle soluzioni del 2006 agli esecutivi finali del 2011. Nelle modifiche delle varie redazioni del progetto, nelle stesure finali e poi nell’esecuzione, alcune cose, come spesso succede, sono mutate.

Poiché il passaggio pedonale doveva insinuarsi tra l’arcata interrata del ponte e il grande tubo dell’acqua potabile, e passare sotto ai binari la sua forma ricorda quella di un serpente schiacciato. E la forma del serpente si vede nella testa lato città e nella coda lato torrente.

Poiché le pareti dei sottopassi sono solitamente invase dai graffiti, inizialmente, pensavamo di pre-graffitarle, dipingendo i muri con opere d’arte urbana. Poi abbiamo corretto con una soluzione di muri-quaderno, pronti ad accogliere le scritte e i disegni dei passanti. Nella fase esecutiva sono stati realizzati una superficie ed un trattamento più banali, con superfici facilmente lavabili e strisce di luce decorativa.

Nel ponte abbiamo disegnato una linea di arbusti segnata da piante di olivo in corrispondenza dei piloni, dove è possibile avere terra sufficiente.

Le piante di olivo sono diventate i più economici pitosfori e la luce continua a terra si è trasformata in lampioni da catalogo.

Nelle scale la rampa per le biciclette è chiusa da un corrimano ed è inutilizzabile, forse a vantaggio della sicurezza ma non della praticità di spingere la bicicletta anziché tenerla in braccio.

Resta la scelta, che vediamo utilizzata, del ponte come passaggio con sedute sulla vista del fiume e dell’infilata paesaggistica che altrove non è possibile avere per la barriera della ferrovia e la giacitura del suolo pubblico.